Generalmente, i graffitari più vicini ad un lavoro di ricerca artistica tendono a esprimersi in campi più protetti, come nelle "hall of fame", spazi a disposizione dei graffitari in cui dipingere legalmente (siano questi muri esplicitamente dedicati dalle amministrazioni comunali all'espressione dell' arte della bomboletta - "spray-can art" - un modo, questo, per cercare di arginare il dilagare del fenomeno nel contesto dei centri storici o di quartieri residenziali - o siano luoghi siti in periferie degradate o di poco interesse o difficilmente raggiungibili in cui, per un tacito accordo con gli organi deputati al controllo dell'ordine pubblico, si lascia ai graffitari " carta bianca" e una relativa tranquillità per dipingere ).
I graffitari che scelgono di esprimersi per lo più in contesti del genere, attraverso la scelta consapevole e responsabile del supporto per la pittura, si distinguono dai criminali che intervengono anche su edifici di interesse storico e artistico.
Ogni graffitaro, qualsiasi sia la sua inclinazione e provenienza, ricerca e studia un' evoluzione personale, per arrivare ad uno stile proprio in modo tale da distinguersi dagli altri ed essere elogiato maggiormente.
Nel corso degli anni molti artisti hanno comunque maturato nuove tendenze creative per cui, pur mantenendo radici nel graffiti writing, sono riusciti a sconfinare nella tipografia, nel design, nell'abbigliamento, contaminando il tipico stile degli anni '80 con ideali più razionali e vicini alla grafica. Si parla di tendenze artistiche "post-graffiti" in particolare riferendosi all' arte di strada, e di Graffiti Design per le influenze oramai evidenti nelle tecniche pubblicitarie e nella moda. È possibile affermare che molti artisti oramai integrati nel sistema convenzionale del mercato dell' arte, traggono il loro valore da esperienze precedenti spesso formalmente illegali.