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Giove possiede un elevato numero di satelliti naturali, attualmente quantificato in 79, che lo rendono il pianeta del sistema solare con il secondo più grande corteo di satelliti con orbite ragionevolmente sicure. I maggiori, i satelliti medicei o galileiani, sono stati scoperti nel 1610 da Galileo Galilei e furono i primi oggetti individuati in orbita a un oggetto che non fosse la Terra o il Sole. Dalla fine del XIX secolo sono state scoperte decine di satelliti di dimensioni minori che hanno ricevuto i nomi di amanti, conquiste o figlie di Zeus (l'equivalente greco di Giove).Otto dei satelliti di Giove sono definiti satelliti regolari e possiedono orbite prograde, quasi circolari e poco inclinate rispetto al piano equatoriale del pianeta. I satelliti medicei presentano una forma sferoidale e sarebbero considerati dei pianeti nani se orbitassero direttamente attorno al Sole; gli altri quattro satelliti regolari sono invece più modesti e più vicini al pianeta e costituiscono la sorgente delle polveri che vanno a formare il sistema di anelli del pianeta.

I restanti satelliti sono annoverati tra i satelliti irregolari le cui orbite, sia prograde sia retrograde, sono poste a una maggiore distanza dal pianeta madre e presentano alti valori di inclinazione ed eccentricità orbitale. Questi satelliti sono spesso considerati più che altro degli asteroidi, a cui spesso assomigliano per dimensioni e composizione, catturati dalla grande gravità del gigante gassoso; di questi, tredici, scoperti tutti abbastanza recentemente, non hanno ancora un nome, mentre per altri quattordici si attende che la loro orbita sia determinata con precisione.

Il numero preciso di satelliti non sarà mai quantificato esattamente, perché i frammenti ghiacciati che compongono gli anelli di Giove possono tecnicamente essere considerati tali; inoltre, a tutt'oggi, l'Unione Astronomica Internazionale non ha voluto porre con precisione una linea arbitraria di distinzione tra satelliti minori e grandi frammenti ghiacciati.

Storia delle osservazioni

Secondo fonti storiche, dei quattro satelliti medicei, Ganimede sarebbe visibile ad occhio nudo in condizioni osservative ideali e se l'osservatore fosse dotato di una vista acuta; infatti le sue prime osservazioni potrebbero risalire all'astronomo cinese Gan De, che nel 364 a.C. sarebbe riuscito a vedere il satellite schermando la vista di Giove con un albero o qualcosa di analogo. Anche gli altri tre satelliti sarebbero in teoria visibili ad occhio nudo, raggiungendo una magnitudine apparente inferiore alla 6ª, magnitudine che corrisponde al limite di visibilità, se non fossero nascosti dalla luminosità di Giove. Tuttavia considerazioni recenti, mirate a valutare il potere risolutivo dell'occhio nudo, sembrerebbero indicare che la combinazione della ridotta distanza angolare tra Giove e ognuno dei suoi satelliti e della luminosità del pianeta, anche valutando le condizioni in cui questa è minima, renderebbero impossibile per un uomo riuscire a individuare uno dei satelliti.

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