La Festa della misericordia è, nell'anno liturgico della Chiesa cattolica, la seconda domenica di Pasqua, in latino: Dominica in octava Paschae (Dominica II Paschae seu de Divina Misericordia), cioè la domenica che segue tale solennità, dedicata alla devozione della divina Misericordia. I credenti affermano che chiunque riceva la Comunione in questo giorno sarà liberato da tutte le pene.La prima domenica dopo Pasqua, oggi intitolata alla festa della misericordia, è tradizionalmente nota come domenica in albis, dominica quasi modo o dominica de Thomas.
Nome
Il giorno intitolato alla festa della misericordia nel messale del 1962 è chiamato domenica in albis. Con la riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II la domenica è stata chiamata "seconda domenica di Pasqua" o "domenica dell'ottava di Pasqua". Uno sguardo all'Antiphonle Romanum II ci presenta il titolo di questa festa liturgica nella liturgia corrente della forma ordinaria che reca la seguente dizione: Dominica in octava Paschae (Dominica II Paschae seu de Divina Misericordia).
Nel 2000 papa Giovanni Paolo II stabilì che la domenica venisse denominata "della divina Misericordia", titolazione legata alla figura della santa mistica polacca Faustina Kowalska. La preparazione a questa festa è la novena la Coroncina alla Divina Misericordia iniziando dal Venerdì Santo.Tale decisione fu presa per esaudire il desiderio che Cristo avrebbe espresso alla Santa durante le sue apparizioni e riportato nel Diario di santa Faustina Kowalska dalla donna:
Dominica de misericordia
Nella storia della liturgia è interessante notare come non sia una novità assoluta quella di sottolineare il tema della Misericordia in una domenica dell'anno liturgico. Già nel XIII secolo Guglielmo di Auxerre scrive che la Quarta dominica quadragesime è una domenica della Misericordia. Nel suo Commentario liturgico, infatti, già dal sabato che la precede viene sottolineato questo tema ricorrente tanto nell'eucologia quanto nei brani scritturistici.
Interpretazione teologica
Questa grazia secondo Ignacy Różycki può essere considerata maggiore dell'indulgenza plenaria:
In albis
La locuzione latina in albis (vestibus), tradotta letteralmente, significa in bianche (vesti).
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