Il martire (dal greco μάρτυς - testimone ) è colui che ha testimoniato la propria fede o ideale nonostante la persecuzione, senza quindi abiurarla, anche a costo di eventuali pene corporali o morte.
È un concetto presente in più religioni. Il termine è utilizzato per estensione anche in forma laica ("martire della patria ", "martire del lavoro "), per onorare atti di particolare eroismo compiuti a difesa della propria nazione o nello svolgimento della propria professione.
Storia
Originariamente diffuso soprattutto in ambito giuridico stava a indicare un testimone che garantiva la verità degli avvenimenti e che normalmente prendeva le difese dell'accusato. Col tempo il termine è stato usato anche in ambito filosofico (soprattutto in ambito stoico) di testimonianza della verità), per passare successivamente a un significato di testimonianza di un avvenimento religioso di cui il credente, con la sua vita e la sua predicazione era testimone.
Il termine non è mai stato usato in ambito biblico, né giudaico, né cristiano nel significato odierno: di testimonianza sino anche alla morte. Solo nel cristianesimo primitivo, con l' avvento delle persecuzioni dei cristiani, il termine è stato riservato in modo praticamente esclusivo alla testimonianza estrema fino alla morte. In questa accezione è stata assunta nell' Islam.
In ambito cristiano, soprattutto dopo il rinnovamento biblico post-Concilio Vaticano II, si va via via recuperando il significato originario del termine biblicamente inteso.
Osserva Federico Chabod a proposito dell'allargamento del significato di martire:
Il termine martire come testimone della fede è nato in ambito cristiano e indica i fedeli che hanno sacrificato la propria vita per testimoniare la religione cristiana.
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