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Per plasticità cerebrale si intende la capacità dell'encefalo di modificare la propria struttura e le proprie funzionalità a seconda dell'attività dei propri neuroni, correlata ad esempio a stimoli ricevuti dall'ambiente esterno, in reazione a lesioni traumatiche o modificazioni patologiche e in relazione al processo di sviluppo dell'individuo. Questa capacità, che si esprime in gradi e modi diversi in tutto il sistema nervoso, si basa sulla cosiddetta plasticità neuronale.

Descrizione

Questa potenzialità nell' uomo e in altri animali si esprime, ad esempio, con un aumento delle dimensioni di alcune regioni del cervello in seguito al loro utilizzo ripetuto. Le cellule neuronali hanno maggiore attività e di conseguenza formano più sinapsi tra di loro in ambienti arricchiti, durante l' apprendimento e in caso di riorganizzazione cerebrale. La deprivazione sensoriale, i traumi e i danni cerebrali sono invece degli eventi negativi per il sistema nervoso centrale. Fino ad una certa età i neuroni hanno maggiore capacità di apprendimento. Vi sono però dei periodi critici che distinguono la possibilità di acquisizione di una data abilità. Ad esempio vi è un tempo limite per la formazione delle colonne di dominanza oculare che ricevono informazioni dai due nervi ottici. La patologia dell'occhio pigro può di conseguenza essere risolta positivamente, apponendo una benda sull'occhio sano per esercitare l'altro, ma solo se si agisce in maniera tempestiva, prima che entrambe le colonne formino sinapsi con l'unico occhio sano.

Potenzialità della plasticità

Alcuni esperimenti hanno dimostrato le potenzialità di modificazione dell'encefalo.

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